Mistico del 18° Secolo
Anticipò la Missione di Helena Blavatsky
Carlos Cardoso Aveline
Conte Alessandro
Cagliostro (1743?-1795?)
“Non vengo da
alcun luogo, e non
appartengo ad
alcun tempo. Fuori dal tempo,
il mio essere
spirituale vive la sua esistenza eterna.”
(Cagliostro)
Alessandro
Cagliostro fu uno dei maggiori mistici del 18° secolo. Fu anche incompreso e
perseguitato fino alla morte o, almeno, fino al momento in cui scomparì
misteriosamente dalla sua cella, in una prigione inaccessibile del Vaticano.
Tutti
coloro che contrastano l’ignoranza organizzata sono bersaglio di attacchi.
Secondo la leggenda dei vangeli cristiani, Gesù Cristo fu condannato alla croce
come castigo per essere un ciarlatano. Cagliostro ancora oggi è chiamato
ciarlatano, così come accade con Saint-Germain, Helena Blavatsky e altri saggi
e filosofi di epoche differenti.
Malgrado
le calunnie, il lavoro di Cagliostro nella seconda metà del 1700 ha una
relazione interna con l’impulso che un secolo dopo creò il movimento teosofico
moderno, nel 1875.
Famoso
per il suo dono di curare, Cagliostro lavorò su livelli superiori di coscienza.
Il suo sforzo si sommò alle azioni di altri pensatori del 18° secolo, tra i
quali i filosofi illuministi di vari paesi dell’Europa. Contribuì a provocare
grandi trasformazioni sociali. Fece anche un tentativo di salvare il movimento
massonico dalla sua decadenza. Cagliostro creò a Lione (Francia) nel 1786, una
massoneria aperta alla partecipazione delle donne per la quale creò un Rito
Egizio. Più tardi, Annie Besant e i suoi seguaci avrebbero usato il nome “rito
egizio” per fare un rituale senza valore e senza relazione con il rito egizio
autentico.
H.
P. Blavatsky riferisce che Cagliostro agì ispirato dalla filosofia esoterica
dei maestri dell’Oriente. Egli passò un po’ di tempo in Russia e in
Inghilterra. Successivamente visse in Francia. Perseguitato, passò sei mesi imprigionato
nella Bastiglia prima di essere provata la sua innocenza nel famoso caso della
Collana della Regina. Il suo lavoro per la rigenerazione dell’essere umano
coincide con lo stesso impulso interiore umanista che diede origine alla
dichiarazione dei diritti umani e alle rivoluzioni nord-americana e francese.
Gli eccessi della rivoluzione francese, che degenerò in una specie di
terrorismo di Stato, mostrano solo la necessità dell’azione pacifica. L’ideale
basilare della democrazia e della libertà dell’individuo è più attuale che mai,
nel 21° secolo. Il motto “Libertà, Uguaglianza [di Diritti] e Fratellanza” è oggi la meta dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite e di ogni cittadino di buona volontà.
Passo
dopo passo, la civiltà si approssima al momento in cui sarà raggiunto l’ideale
di pace perpetua tra tutti i popoli, sollevato nella seconda metà del 18°
secolo da Jean-Jacques Rousseau, da Immanuel Kant, dal Barone d’Holbach e altri
umanisti nello stesso tempo in cui anche il mistico Cagliostro e il conte di
Saint-Germain lavoravano, su un piano più esoterico, per l’elevazione
dell’anima umana.
Nato
pochi anni dopo il 1740, Cagliostro aveva lavorato a lungo per l’ideale
umanista quando fu arrestato dall’Inquisizione del Vaticano in Italia, nel
dicembre 1789.
In
quel momento la rivoluzione francese stava cominciando. Fatto prigioniero, egli
fu spostato da una prigione all’altra. Cagliostro fu torturato, a lungo ma
inutilmente, dai boia cattolici. Lo scopo dei carnefici del Vaticano era di
forzarlo a confessare crimini che non aveva commesso.
Il 7
aprile 1791, Cagliostro fu condannato a morte. I suoi libri e alcuni dei suoi
oggetti massonici vennero bruciati davanti una folla in Piazza della Minerva a
Roma.
H.P.
Blavatsky racconta che poco dopo accadde qualcosa di curioso. Uno strano
personaggio, mai visto prima in Vaticano, apparve a Roma e chiese un’udienza privata
col Papa. Invece di dare il suo nome, lo sconosciuto mandò al Pontefice,
tramite il Segretario Cardinale, solo una parola.
La
reazione del papa fu quella di ricevere immediatamente lo sconosciuto. Dopo
alcuni minuti di udienza privata, il personaggio si ritirò. In seguito, il papa
diede ordini di effettuare una procedura nel segreto più assoluto. La pena di
morte a cui Cagliostro era stato condannato doveva essere commutata in pena di
prigione a vita. Il conte di Cagliostro doveva essere chiuso nel Forte di San
Leo, situato sulla sommità di una roccia, e al quale si poteva accedere
solamente tramite una cesta elevata e abbassata con l’uso di carrucole. Era un
ascensore primitivo. [1]
Fu
da lì, più di 200 anni fa, che Cagliostro scomparve il 26 agosto 1795.
Secondo
la versione ufficiale, egli morì. In base ad altre versioni, citate da Helena
Blavatsky, egli sarebbe uscito vivo da quella cella inaccessibile grazie a
qualche metodo speciale.
C’è
davvero un mistero sul modo in cui terminò la vita di questo personaggio.
Secondo W. R. H. Trowbridge [2], che
cita H. P. Blavatsky come fonte, sembra che egli sia uscito dalla prigione di
San Leo con un metodo di cui i suoi carcerieri non erano informati. Questa
affermazione di HPB è documentata. HPB narra questa possibilità nel suo
articolo “Was Cagliostro a Charlatan”, citato sopra (vedi nota [1]).
Inoltre,
Trowbridge menziona un resoconto secondo il quale alcuni anni dopo la scomparsa
di Cagliostro era accaduto qualcosa di grande interesse per i teosofi.
Trowbridge cita HPB come fonte della sua affermazione, ma non dice in quale
testo lei scrisse o quando disse ciò che egli narra. Secondo Trowbridge, HPB
affermò che Cagliostro fu visto da diverse persone in Russia dopo la sua presunta
morte nel 1795 e che passò un po’ di tempo nella casa del padre di Helena
Blavatsky.
L’affermazione
di Trowbridge deve essere investigata perché non è dimostrato che H. P. B. fece
tale affermazione.
È
certo, tuttavia, che Cagliostro visse alcuni mesi in Russia tra il 1779 e il
1780. H. P. B. nacque nell’impero russo poche decadi dopo la morte di
Cagliostro. Uno studio comparato tra le personalità e le circostanze della vita
di entrambi mostra un grande numero di elementi simili. H. P. B. scrisse
parecchio su Cagliostro. Usava anche il gioiello massonico che apparteneva a
lui e che oggi fa parte degli archivi della Società Teosofica di Adyar, in
India [3].
In
una lettera ad Alfred Sinnett, Helena Blavatsky racconta che un suo
collaboratore, Darbargiri Nath, visitò per un’ora la cella della prigione in
cui stava Cagliostro. Darbargiri può aver svolto lì qualche speciale attività
meditativa. Nella stessa citazione, HPB menziona il Sig. Hodgson, uno di quelli
che la accusarono di essere ciarlatana negli anni del 1880:
“Sono
più grande, o in qualche modo migliore, di quanto lo erano St. Germain e
Cagliostro, Giordano Bruno e Paracelso, e molti altri martiri i cui nomi
appaiono nelle Enciclopedie del 19° secolo sotto i titoli meritori di ciarlatani e impostori? Sarà il Karma dei giudici ciechi e malvagi - non il mio.
A Roma, Darbargiri Nath andò nella prigione di Cagliostro a Castel Sant’Angelo, e rimase in quel terribile
buco per più di un’ora. Ciò che fece lì darebbe al Sig. Hodgson elementi per un
altro Report ‘scientifico’
se potesse investigare il fatto.” [4]
È
interessante registrare un dettaglio numerologico che mostra la relazione
occulta tra Cagliostro e Helena Blavatsky.
Cagliostro
fu condannato a morte il 7 aprile 1791. Helena Blavatsky morì nel giorno dell’8
maggio 1891, esattamente un secolo, un mese e un giorno dopo la condanna di
Cagliostro.
Negli
ambienti esoterici è di consenso generale che nel 18° secolo Cagliostro lavorò
in cooperazione con il conte di St. Germain. Henry Olcott, cofondatore del
movimento teosofico moderno, scrisse qualcosa di significativo su una delle
persone più vicine ad HPB, sua zia Nadya Fadeef.
Riferendosi
a St. Germain, Olcott disse:
“Se
la Sig.ra Fadeef - zia di HPB - potesse essere indotta a tradurre e pubblicare
certi documenti dalla sua famosa biblioteca, il mondo avrebbe uno studio molto più
accurato rispetto a ciò che esiste oggi sulla missione europea
pre-rivoluzionaria di questo Adepto Orientale.” [5]
In
realtà, HPB termina l’articolo intitolato “Count de Saint-Germain”, pubblicato
nella sua rivista “The Theosophist” con le parole seguenti:
“Una
persona rispettata, membro della nostra Società [Teosofica] e residente in
Russia, possiede alcuni documenti sul Conte di Saint-Germain che sono altamente
importanti per riscattare la memoria di colui che è uno dei maggiori personaggi
dell’epoca moderna. Speriamo che i nessi perduti della sua storia incompleta
possano essere pubblicati a breve in queste colonne.”
Boris
de Zirkoff, editore delle opere di HPB, aggiunge che tale teosofo che abitava
in Russia era certamente Nadya, la zia di HPB, e che i documenti menzionati non
vennero mai messi a disposizione del pubblico. [6]
Anche
Henry Olcott afferma nelle sue Memorie che H. P. B. e lui pensavano, nel 1878, di
far continuare al movimento teosofico il lavoro di Cagliostro. [7]
Nella
prima metà della sua missione, HPB produsse fenomeni psichici in un certo modo
simili a quelli realizzati da Cagliostro.
Lo
studioso Marc Haven scrisse una lunga ed eccellente biografia di Cagliostro,
“Le Maître Unconnu”. È uno dei pochi studi di ampia portata su Cagliostro che
gli rende giustizia. In questo libro vediamo ciò che Cagliostro disse ai suoi
giudici quando gli chiesero, infine, chi egli fosse:
“Non
vengo da alcun luogo, e non appartengo ad alcun tempo. Fuori dal tempo, il mio
essere spirituale vive la sua esistenza eterna. E se mi ritiro nella mia
coscienza e retrocedo lungo il corso delle età, e se porto il mio spirito ad
una forma di esistenza che è molto lontana dalla persona che vedete davanti a
voi, allora divento uno con il mio essere spirituale. Mentre partecipo
coscientemente dell’Essere Assoluto, sto allo stesso tempo accordando la mia
attività alle mie circostanze. Il mio nome è il nome della mia funzione, e io
la scelsi, perché sono libero; il mio paese è quello in cui sto lavorando ad
ogni dato momento.”
Cagliostro
prosegue:
“Non
nacqui dalla carne né dalla volontà degli esseri umani. Nacqui dallo spirito.
Il mio nome è cosa mia, ed è questo con il quale scelsi di apparire davanti a
voi, questo è il nome che voglio. Il nome della mia gioventù (…..), questo lo
lasciai come un vestito vecchio che non ha più utilità per me.”
E
ancora:
“Tutti
i popoli sono miei fratelli; amo tutti i paesi. Sto viaggiando affinché dappertutto
lo Spirito possa discendere e trovare un posto tra voi. Chiedo ai re, il cui
potere rispetto, solo ospitalità nei loro paesi, e quando la ricevo lavoro per
stimolare le buone azioni per ciò che è possibile.” [8]
Come
Helena Blavatsky, Alessandro Cagliostro ebbe coraggio e grandezza davanti ai
suoi persecutori. Quando lo interrogarono sulle sue attività, egli rispose:
“In
ogni posto in cui vado, rilascio una parte di me stesso (….) lasciando a voi una
piccola luce, un piccolo calore, una piccola forza; finché, infine, sarò
definitivamente al finale della mia carriera, nel momento in cui la rosa
fiorisce sulla croce.” [9]
In
realtà, H.P. Blavatsky scrisse che Cagliostro fu l’ultimo dei veri
rosacroce. [10] Le sue parole nel
periodo sopracitato sembrano suggerire due cose:
1)
Che la missione di Cagliostro includa diverse vite; e
2)
Che la sua missione termini con la vittoria definitiva della saggezza e
dell’etica universale, nella comunità umana.
NOTE:
[1] “Was Cagliostro a Charlatan?”,
articolo di H.P. Blavatsky pubblicato nei suoi “Collected Writings”, TPH,
volume XII. L’articolo è disponibile nei nostri siti web associati.
[2] “Cagliostro - Maligned Freemason and
Rosicrucian”, W. R. H. Trowbridge, Kessinger Publishing Co., Montana, USA, 312
pp., vedi pp. 306-307.
[3] Sul percorso accidentato del gioiello
massonico di Cagliostro, vedi l’articolo “The Mysterious Life and Transitions
of the Cagliostro Jewel”, di Nell C. Taylor, nella rivista “Theosophical
History”, edizione di luglio 1990, California, USA, pp. 79 e seguenti.
Discepoli avanzati hanno la possibilità di reincarnarsi rapidamente, perché
sperimentano in vita alti livelli di coscienza e non necessitano, per questo
“riposo nella sfera celestiale”, di un lungo intervallo tra due vite. Secondo
alcuni ricercatori, come l’autrice inglese Jean Overton Fuller, le incarnazioni
di Paracelso, Cagliostro e H. P. B. possono essere state tre vite in sequenza
della stessa anima immortale, meta della quale è aiutare nella preparazione di
un nuovo ciclo dell’evoluzione umana. Le somiglianze tra queste tre vite
possono anche essere il risultato di altre cause. Vedi il commentario su “An
Unsolved Mystery”, nella Nota sulle fonti bibliografiche, più in basso.
[4] “The Letters of H.P. Blavatsky to A.P.
Sinnett”, transcribed by A.T. Barker, Theosophical University Press, Pasadena,
California, USA, 1973, 404 pp., vedi la Lettera XLVI, p. 110. H. P. B. dà il
nome di Sant’Angelo per la Fortezza.
Cagliostro fu preso inizialmente a Sant’Angelo. Il Vaticano afferma che egli
morì più tardi nella fortezza di San Leo
(“Collected Writings”, vedi il volume XII, pp. 86-88.) Ci sono illustrazioni su
San Leo e la cella ipoteticamente occupata lì da Cagliostro nell’opera
“Cagliostro”, di Roberto Gervaso.
[5] “Old Diary Leaves”, Henry Olcott, First
Series (volume I), TPH, India, 1974, 490 pp., vedi p. 241, nota a pié di pagina.
[6] “Count de Saint-Germain”, articolo di
HPB, nei “Collected Writings”, volume III, pp. 125-129, vedi p. 129.
[7] “Old Diary Leaves”, Henry Olcott, First
Series (volume I), opera citata, pp. 468-469.
[8] “Le Maître Unconnu: Cagliostro” (Etude
historique e critique sur la Haute Magie), di Marc Haven, Editions Dervy,
Paris, Quatrième Edition, 1995. Vedi pp. 241-244.
[9] “Le Maître Unconnu: Cagliostro”, opera
citata, vedi pp. 242-243.
[10] “The Collected Writings of H. P.
Blavatsky”, TPH, Adyar, India, volume I, pp. 103-104, articolo intitolato “A
Few Questions to ‘Hiraf’ ”. Nello stesso volume, vedi anche p. 141, il testo
“The Science of Magic”.
ALTRE FONTI BIBLIOGRAFICHE SU CAGLIOSTRO:
Vedi,
oltre ai libri e ai testi sopracitati:
* “Rituel de la
Maçonnerie Egyptiene”, Édition des
Cahiers Astrologiques, Nice, France, Annoté par le Docteur Marc Haven, 1948, 147 pp.
* “Cagliostro et le Rituel de la Maçonnerie
Égyptienne”, Robert Amadou, SEPP, Paris, 1996, 117 pp. Vedi le pp. 34-37 di
questo piccolo libro, una speculazione di Amadou sulla fine dei tempi intorno
all’anno 2000.
* “L’Esprit Des Choses”, Publication du C. I. R. E. M., (Centre
International de Recherches et D’Etudes Martinistes), France; volume 4 (1995) e
volume 5 (1996).
* “The Phoenix, an Illustrated Review of Occultism and Philosophy”, Manly
P. Hall, second edition, The Philosophical Research Society, 1995, 176 pp.,
vedi capitolo “Cagliostro and the Egyptian Rite of Freemasonry”, pp. 152-159.
* “Compendio de la Vida y Hechos del Conde Calliostro”. La compilazione del
processo della Inquisizione contro Cagliostro, edizione fac-simile del libro
edito a Sevilla, Spagna, 315 pp.
* Articolo “Who Was Cagliostro?”, Will C. Burger, nella rivista “The
Theosophist”, Adyar, Madras / Chennai, India, March 1962, pp. 384 e
seguenti.
* Articolo “The Mystery of Cagliostro’s Mission”, Will C. Burger, in “The
Theosophist”, July 1962, Adyar, Madras / Chennai, India, pp. 252 e seguenti.
* Articolo “Blavatsky About Cagliostro”, Will Burger, “The Theosophist”,
Ottobre 1964, pp. 8 e seguenti.
* Articolo “Great Theosophists - Cagliostro”, “Theosophy”, Los Angeles, Ottobre
1938, pp. 530-536.
* Racconto o storia di H. P. B. intitolato “An Unsolved Mystery”, con commentari
dell’editore Boris de Zirkoff, in “Collected Writings of H. P. Blavatsky”, TPH,
volume I, pp. 151-162. Il testo, che possiede toni fantastici, racconta un
presunto episodio di Cagliostro e la sua sposa, entrambi usando altri nomi, a
Parigi, nel 1861. Il racconto può essere un modo di HPB per dare falsi indizi
sul “mistero di Cagliostro”, proteggendo il segreto che deve circondare la vita
di ogni iniziato. Può essere anche vero nel senso letterale, benché non abbia
senso che una persona non avanzata sul Cammino, come la sposa di Cagliostro,
potesse reincarnarsi rapidamente. Nemmeno è corretto pensare che Cagliostro
stesse facendo esattamente le stesse cose un secolo più tardi, o che fosse
coinvolto in una situazione personale tanto complicata come quella mostrata
dalla narrazione. Oltre a questo, i fatti riportati dovrebbero essere apparsi
nei giornali, e non ci sono prove che questo sia accaduto. Tuttavia, la
narrazione è ammirevole e contiene lezioni profonde.
* Cagliostro è citato varie volte nella prima parte del racconto di HPB
intitolato “The Silent Brother”, che è incluso in “Collected Writings”, volume
II, pp. 366-377. Vedi specialmente le due pagine iniziali.
* “HPB Speaks”, edito da C. Jinarajadasa, TPH, Adyar, India. Opera in due
volumi. Vedi specialmente il volume II, da p. 27 a 36.
* “Collected Writings” di H.P. Blavatsky, TPH, India, volume XV (Index),
pp. 98-99.
* “Cagliostro”, Roberto Gervaso, Biblioteca Universale Rizzoli, BUR,
copyright 1972, 1976, 1992, Milano, Italia, 250 pp.
* “Cagliostro”, Philippe Brunet, copyright 1994, Rusconi Libri,
Milano, Italia, 380 pp.
000
Il testo di cui sopra è stato pubblicato originariamente
nella pubblicazione periodica elettronica “O Teosofista”, edizione di
aprile 2011.
Traduzione in
Italiano a cura di Marco Bufarini. Data di pubblicazione in Italiano: settembre
2019. Titolo originale: “O Mistério de Alessandro Cagliostro”.
L’e-gruppo E-Theosophy offre uno studio regolare della
teosofia classica e interculturale insegnata da Helena P. Blavatsky (foto).
Coloro che vogliono unirsi all’e-gruppo E-Theosophy su Yahoo Gruppi possono
farlo visitando https://groups.yahoo.com/neo/groups/E-Theosophy/info
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