1 ottobre 2014

Vera Felicità e Altruismo



Rispondendo alle Domande Di un Lettore Russo

Helena P. Blavatsky


Secondo la Teosofia, la Felicità risiede nell’Altruismo






1. Alcune Domande:

Il primo obiettivo della Società Teosofica consiste nel promuovere il principio della Fratellanza Universale dell’Umanità. Come può questo conciliarsi con lo scopo che esso, allo stesso tempo, presenta nella vita di ogni essere individuale, ovvero: - il dovere di sviluppare il suo Sé Superiore, per mezzo del sacrificio di ogni desiderio egoistico e della vittoria su ogni interesse materiale, per il semplice proposito di raggiungere una perfezione spirituale superiore, in modo che questa perfezione possa trasformare la nostra fede nel mondo spirituale in vista e conoscenza, e darci “la vita eterna”?

Come può un individuo praticare l’altruismo e la filantropia, quando consacra la propria vita alla coltivazione dell’essere spirituale interiore e al conseguimento di una totale indifferenza verso il mondo fisico?

Può esserci un compromesso? Può un individuo dividere la propria esistenza, servendo due principi contemporaneamente?

(......)

Febbraio, 1889, Barbara Moskvitinoff, Petersbourg.


2. La Risposta di H. P. Blavatsky:


Le domande poste e le difficoltà presentate nella lettera precedente derivano principalmente da una conoscenza imperfetta degli insegnamenti filosofici della Teosofia. Sono una prova più evidente della saggezza di coloro che hanno raccomandato ripetutamente ai Teosofi di dedicare le loro energie a conoscere a fondo, almeno, i punti principali del sistema metafisico su cui è basata la nostra Etica.

Ora, è una dottrina fondamentale della Teosofia che la “separatezza” che percepiamo tra noi stessi e il mondo degli esseri viventi intorno a noi è una illusione, non una realtà.

Davvero e in verità, tutti gli uomini sono uno, non secondo un’impressione di un’ondata sentimentale e un entusiasmo isterico, ma secondo un’equilibrata serietà. Come insegna tutta la filosofia Orientale, non c’è che UN SÉ in tutto l’Universo infinito, e ciò che noi uomini chiamiamo “sé” non è altro che il riflesso illusorio dell’ UNICO SÉ nelle acque pulsanti della terra.

Il vero Occultismo è la distruzione della falsa idea del Sé, e quindi la vera perfezione spirituale e conoscenza non sono altro che la completa identificazione dei nostri “sé” finiti con il Grande Tutto. Ne consegue, perciò, che nessun progresso spirituale è possibile, eccetto con e attraverso la maggior parte dell’Umanità. È solo quando l’intera Umanità ha ottenuto la felicità che l’individuo può sperare di diventare permanentemente felice - poiché l’individuo è una parte inseparabile del Tutto.

Non vi è perciò alcuna contraddizione tra le massime altruistiche della Teosofia e i suoi precetti che invitano ad uccidere tutto il desiderio per le cose materiali, a lottare per la perfezione spirituale. Infatti la perfezione spirituale e la conoscenza spirituale possono essere raggiunte solo sul piano spirituale; in altre parole, solo in quello stato in cui ogni senso di separatezza, tutto l’egoismo, ogni senso di interesse e desiderio personali, sono stati infusi nella più ampia coscienza dell’unità dell’Umanità.

Questo indica inoltre che non può essere pretesa nessuna cieca sottomissione ai comandi di un altro, o sarebbe di nessuna utilità. Ogni individuo deve imparare da sé, attraverso la prova e la sofferenza, a distinguere ciò che dà beneficio all’Umanità; e nella misura in cui egli si sviluppa spiritualmente, ovvero, conquista ogni egoismo, la sua mente si schiuderà per ricevere la guida della Monade Divina dentro di lui, il suo Sé Superiore, per il quale non c’è né Passato né Futuro, ma solo un eterno Presente.

Di nuovo, se non ci fossero “poveri”, lontano dai “benefici di una civiltà che si sta perdendo”, uno stato della più alta cultura e civilizzazione sarebbe raggiunta, uno stato di cui non possiamo ora formulare nemmeno la minima concezione.

In modo analogo, da una convinzione dell’impermanenza della felicità materiale risulterebbe uno sforzo per ottenere quella gioia che è eterna, ed in cui tutti gli uomini possono condividere.

Dal principio alla fine dell’intera lettera della nostra stimata corrispondente corre la tacita assunzione che la felicità nella vita fisica, materiale, sia assolutamente importante; questa assunzione non è vera.

La felicità in questa vita di materia è così lontana da essere la più importante che, in relazione alla benedizione di una vera vita spirituale, è di un
importanza tanto minuta quanto lo sono i pochi anni di ogni ciclo umano sulla terra in proporzione ai milioni e milioni di anni che ogni essere umano trascorre nelle sfere soggettive, durante il corso di ogni grande ciclo di attività del nostro globo.

Per quanto riguarda le facoltà e le attitudini, la risposta è semplice. Queste dovrebbero essere sviluppate e coltivate per il servizio dell’Umanità, della quale noi tutti siamo delle parti, e verso la quale siamo in debito di un servizio pieno e generoso.

(HPB)

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Il testo di cui sopra è pubblicato anche in lingua Inglese agli indirizzi www.TheosophyOnline.comwww.Esoteric-Philosophy.com  e www.FilosofiaEsoterica.com  sotto il titolo di “True Happiness and Altruism”.

Data di pubblicazione in Italiano:  Dicembre  2012.

Visita sempre www.ItaliaTeosofica.com , www.Esoteric-Philosophy.com, www.TheosophyOnline.com e www.FilosofiaEsoterica.com .

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